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Non c’è davvero un limite alle opportunità e agli sbocchi che il web offre. Tra questi, il marketing di affiliazione assume una posizione dispicco in quanto dà la possibilità di generare rendite passive tramite la condivisione di link tracciati.

Curiosi di scoprirne di più? Siete nel posto giusto.

Cos’è e in cosa consiste l’affiliate marketing

Quando parliamo di marketing di affiliazione facciamo riferimento a una strategia di marketing che prevede il coinvolgimento di affiliati e inserzionisti. I primi, detti anche publisher, sono utenti singoli, privati, influencer e microinfluencer che desiderino arrotondare il proprio stipendio generando un’ulteriore entrata mensile passiva. Gli inserzionisti, detti anche advertiser, possono essere imprese, siti web, ma anche startup e singoli individui accomunati da un unico fattore: la necessità di vendere qualcosa.

Ecco che il potenziale di coinvolgimento dei singoli utenti diventa prezioso per gli inserzionisti, che daranno loro la possibilità di pubblicizzare il proprio prodotto e retribuendoli con una percentuale sul venduto a transazione ultimata, se portata a termine utilizzando i link tracciati che citavamo in precedenza.

Le persone si trasformano sostanzialmente in micro influencer, aumentando la visibilità del marchio mentre generano un’entrata passiva per sé stessi: una situazione win-win in grado di fruttare tantissimo se organizzata a dovere.

Scegliendo di investire il proprio tempo nell’affiliate marketing si è consapevoli, tuttavia, che non si tratta di una soluzione per fare tanti soldi in breve tempo, quanto più di una strategia che darà grosse soddisfazioni sul lungo termine.

C’è infatti chi riesce a trasformare il marketing di affiliazione in un vero e proprio lavoro: le aziende hanno bisogno di figure capaci di vendere in maniera accattivante i propri prodotti, quindi avere spirito d’iniziativa, carisma e intraprendenza sono tutte qualità necessarie per il publisher che si stia inserendo in questo mondo.

Più si è bravi a influenzare amici, conoscenti, o il proprio pubblico a finalizzare gli acquisti, più si converte e più si guadagna. A primo impatto potrebbe sembrare un gioco da ragazzi, ma per eccellere nell’affiliate marketing sono necessarie molta dedizione e passione.

A funzionare meglio sono, infatti, i publisher che si dimostrino veramente coinvolti e interessati ai prodotti pubblicizzati, in quanto il pubblico è in grado di carpire quando una pubblicità è fine a sé stessa e quando invece è mossa da un’opinione positiva reale nei riguardi del dato prodotto o servizio.

Per partire, bisogna innanzitutto scegliere una o più nicchie di mercato, tenendo in considerazione appunto i propri interessi e propensioni.

Le nicchie più affollate di publisher potrebbero, anzi saranno sicuramente, quelle con le maggiori percentuali di guadagno sui link affiliati ma, proprio a causa di un sovraffollamento potrebbe essere più difficile convertire in acquisti.

Al contrario, una nicchia con percentuali leggermente più bassa ma ancora non gremita potrebbe offrire maggiore possibilità di successo al publisher che desideri inserirsi.

Dopo aver decretato il settore, è il momento di generare i link tracciabili e condividerli sulle varie piattaforme, dai social, alle app di messaggistica, ai blog e siti web.

I diversi programmi di affiliazione

Non c’è soltanto una maniera di guadagnare tramite l’affiliate marketing, ma molteplici: a seconda del contratto e delle condizioni proposte dalla piattaforma alla quale ci si iscrive, è possibile monetizzare:

Per click: una percentuale viene riconosciuta al publisher a ogni click ottenuto tramite il suo link

Per lead: ovvero per tutti i contatti raccolti e le iscrizioni guadagnate attraverso il link affiliato

Per impression: in questo caso vengono monetizzate le visualizzazioni ottenute con il link del publisher

Le piattaforme più famose e ambite sulle quali è possibile partecipare a programmi di affiliazione sono per esempio iTunes, Ebay e Amazon. Chiunque vi si può iscrivere in quanto la procedura di applicazione è davvero semplice e intuitiva.

Dopo averlo fatto, è necessario iniziare a condividere i link generati sfruttando tutte le risorse a propria disposizione.

Innanzitutto, se si ha un seguito discreto sui social network, è consigliabile partire proprio da qui: Instagram, Facebook, Youtube, Pinterest e TikTok sono ottimi riferimenti per chi fa parte del mondo dell’affiliate marketing.

Un secondo metodo è quello della condivisione tramite app di messaggistica quali Whatsapp, Telegram e Messenger: in questo modo si raggiungeranno tutti i propri contatti e li si inviterà a visionare il determinato prodotto o servizio da noi raccomandato.

Un altro metodo, più impegnativo ma sicuramente soddisfacente sul lungo termine, è l’utilizzo di blog e siti dedicati nei quali inserire i link affiliati: si tratta di una soluzione che richiede molta pianificazione e molto impegno ma, una volta avviata l’attività, è in grado di generare vendite esorbitanti.

Ultima, ma non per importanza, è la diffusione dei link affiliati tramite newsletter e direct email marketing: anche in questo caso abbiamo di fronte un sistema complesso da studiare e da gestire, ma che darà i suoi frutti non appena appreso come sfruttarlo.

Monetizzare con le affiliazioni Amazon

Come anticipato, Amazon è una delle piattaforme più favorevoli all’inizio di un’attività di affiliate marketing. Innanzitutto, l’iscrizione è davvero semplice, intuitiva e aperta a tutti. Trattandosi di una rivendita delle più svariate categorie merceologiche, si ha la possibilità di fare affiliate marketing sui prodotti più disparati. Nella pagina ufficiale dedicata alle affiliazioni, Amazon indica per filo e per segno tutte le diverse percentuali di guadagno che spettano al publisher a seconda del settore che andrà a scegliere.

Tra le più profittevoli troviamo Fitness, Bellezza, Salute, Hobby, ma è da tenere in considerazione che ambiti di questo genere potrebbero già essere saturi di altri publisher con programmi di condivisione già avviati e di successo. Meglio optare quindi per nicchie ristrette e ancora poco conosciute, per catalizzare tutta l’attenzione dei loro avventori.

Il bello di Amazon è che consente di guadagnare anche tramite i cosiddetti “bounty“, ovvero benefici complementari che spettano agli affiliati: a ogni sottoscrizione tramite link di servizi annuali come Prime, Music Unlimited o Prime Business, l’advertiser riconoscerà all’affiliato una somma predeterminata che si andrà a sommare alle percentuali ottenute dalla vendita di singoli prodotti.

Sicuramente vi avremo invogliato a dare una possibilità al marketing di affiliazione, tanto osannato sul web: per noi è una strategia vincente, ma ricordate che nulla è regalato e che il successo viene determinato dall’impegno e dalla perseveranza che si metteranno nel condurre la propria attività.

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Quella dell’email marketing è una strategia che le aziende adottano principalmente per tre motivi: aumentare le interazioni con gli stakeholder, fidelizzare la clientela e convertire in breve tempo visite e acquisti sul proprio sito web. Come ogni iniziativa nel campo del marketing, va studiata e realizzata tenendo conto di parametri ben precisi se si vuole ottenere successo e poterla sfruttare sul lungo termine.

Vediamo quindi le caratteristiche dell’email marketing e il suo funzionamento.

In che cosa consiste l’email marketing

Sinteticamente, l’email marketing può essere definito come l‘invio di comunicazioni e promozioni tramite l’utilizzo di posta elettronica. Le aziende si mantengono così in contatto con i potenziali clienti, oltre che con partner, fornitori e altri stakeholder di riferimento, dei quali avevano precedentemente ottenuto l’indirizzo di posta elettronica, in modo da mantenerli al corrente di novità, promozioni e offerte lancio. Ottenere il consenso da parte dei riceventi all’iscrizione al servizio è utile a riscontrare un tasso di apertura maggiore delle mail inviate.

Questo canale di comunicazione solitamente piace ai consumatori, che avvertono un senso di esclusività e di immediatezza nel contatto e nell’interazione con i propri brand preferiti.

Gli indirizzi dei potenziali clienti possono essere raccolti seguendo diverse stratagemmi, dal classico pop up, ai moduli di iscrizione online e cartacei presso i punti vendita o le attività commerciali, post organici e sponsorizzazioni. Tutti questi punti di accesso, definiti per l’appunto “entry point“, sono fondamentali e vanno scelti con attenzione in quanto un buon database di indirizzi email consentirà all’azienda di raggiungere innumerevoli utenti con un alto interesse nei confronti del proprio prodotto o servizio.

Se per alcuni potrebbe valere la legge dei grandi numeri, il nostro consiglio quando si parla di email marketing è che la qualità supera per importanza la quantità: avere tanti contatti a cui inviare le comunicazioni può rivelarsi inutile se i destinatari non sono minimamente interessati a ciò di cui si sta parlando. Per questo una segmentazione ben definita e studiata e un targeting attento portano a un engagement alto e costante.

Per redigere delle email impattanti che attirino e mantengano l’attenzione dei lettori bisogna tenere in considerazione diversi fattori: l’accessibilità da multidispositivo fa sì che si possa visualizzare il messaggio da qualsiasi device, che sia smartphone, pc o tablet. Inoltre, la scelta di orari specifici basati su analisi dedicate al proprio target manterrà la percentuale di aperture uniche in positivo, mentre l’invio a cadenza regolare non troppo ravvicinata eviterà che il ricevente si senta sotto pressione e possa addirittura procedere con la disiscrizione dal servizio.

Un campagna di email marketing troppo aggressiva e assillante, infatti, porterà con tutta probabilità alla perdita di utenti, ma attenzione anche una comunicazione troppo diradata nel tempo: in questo modo gli iscritti si potrebbero sentire “abbandonati”, non più in contatto con l’azienda, e addirittura dimenticarsi totalmente di un dato prodotto o servizio.

Differenza tra Direct Email Marketing e Newsletter

Non tutte le email inviate a scopo pubblicitario possono definirsi newsletter. Bisogna infatti distinguere questo tipo di comunicazione con il Direct Email Marketing (DEM) sulla base delle loro caratteristiche di realizzazione.

Mentre la newsletter viene inviata a cadenza regolare per tenere aggiornati gli utenti con informazioni settimanali o addirittura giornaliere sul brand, le DEM sono comunicazioni occasionali e molto più esclusive. Le loro grafiche sono infatti studiate ad hoc con colori e template accattivanti e una o più call to action estremamente intriganti. Le newsletter, invece, si basano solitamente su layout preimpostati e uguali tra di loro, nei quali vengono inseriti testo e immagini, e ma talvolta anche solo informazioni scritte.

In entrambi i casi, il fattore determinante è la personalizzazione del contenuto: più si riesce a comunicare con l’utente tenendo in stretta considerazione le sue preferenze, attitudini, comportamenti e caratteristiche, e più riusciremo a mantenere la sua attenzione e a convertirla in acquisti sul sito web.

Sia nel caso delle DEM che in quello delle newsletter, il ricevente non può rispondere alla posta, ma i nuovi sistemi di email marketing forniscono ormai d’abitudine indirizzi alternativi ai quali gli utenti possono rivolgersi in caso di perplessità e domande. In questo modo, la comunicazione non è univoca, ma dà voce al potenziale acquirente.

Inserirsi nel mondo dell’email marketing è un passo imprescindibile per le aziende che vogliano aumentare le interazioni con gli utenti e convertire in maniera rapida e diretta. Per questo esistono delle piattaforme dedicate che i brand possono sfruttare per mettere in piedi la propria campagna di email marketing, appoggiandosi a tool analitici e funzionalità insight che permettano di monitorarne l’andamento.

Una delle più famose oltre che semplici da utilizzare è Mailup.

Le metriche per monitorare l’email marketing

Come anticipato, ci sono diversi parametri che determinano la riuscita di una buona campagna di email marketing.

Il CTR (click through rate) è la percentuale di destinatari che clicca su un determinato contenuto o link presente nella mail.

Il CTOR (click to open rate) è il totale degli utenti che hanno cliccato su un determinato link in rapporto a tutti coloro che hanno aperto la mail almeno una volta.

La conversion rate è la percentuale dei riceventi che cliccano e completano un’azione tramite l’email, sia questo un download, una sottoscrizione o un acquisto.

La bounce rate è il tasso di email inviate ma non recapitate a causa indirizzi errati o inesistenti.

Il UOR (unique open rate) corrisponde al numero di aperture uniche della mail.

il REC (tasso di recapito) si riferisce alla capacità delle mail di essere recapitate senza incappare in ban o deviazioni a causa dei server.

L‘email sharing è la condivisione del contenuto da parte dei riceventi con altri contatti.

Il tasso di unsubscribe, il più temuto dalle aziende, si alza soprattutto in relazione alla saturazione del mercato e all’incapacità del marchio di suscitare interesse nei lettori.

Dopo aver acquisito queste conoscenze di base e aver scelto una piattaforma dedicata alla creazione dei contenuti destinati all’email marketing, la mossa vincente è senza dubbio l’individuazione delle buyer personas alle quali ci si sta riferendo, per indirizzare loro comunicazioni mirate, creative, personalizzate e, soprattutto, efficaci.

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