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Retail, caratteristiche ed evoluzione delle vendite al dettaglio

Retail: cos’è e perché è un termine chiave? Nella mente di tutti questa parola rimanda al concetto di vendita diretta al consumatore ma il suo significato è decisamente più complesso e ha origini antiche. In questo articolo analizzeremo tutto quello che c’è da sapere sul retail e sulla sua importante posizione nella catena distributiva.

Con il termine “Retail” si indica per definizione la vendita al dettaglio di beni o servizi da parte di un’azienda o società, indirizzata a utenti singoli, siano essi privati, professionisti o imprenditori.

Nella catena distributiva, il “Retail” occupa la posizione subito precedente al consumatore, al quale appunto si rivolge, e viene preceduto dal “Wholesale”, ovvero la vendita all’ingrosso.

Differenza tra Retail e GDO

Nonostante il termine tecnico sopracitato, nel gergo comune con “Retail” ci si riferisce ormai implicitamente a negozi di piccole dimensioni, generalmente inferiori ai 200m² e di singola proprietà, specializzati nella vendita di una particolare categoria di beni.

In contrapposizione al Retail troviamo la cosiddetta “GDO”, ovvero Grande Distribuzione Organizzata: si tratta della distribuzione, sempre indirizzata al consumatore finale, di beni di largo consumo di varia natura su superfici quasi sempre superiori ai 200m².

Per GDO si intende un’associazione volontaria tra singoli esercenti che si esprimono con le medesima insegna, es. Auchan, Esselunga, Carrefour.

I vantaggi della GDO nei confronti del piccolo Retailer sono molteplici, a partire dai prezzi più convenienti, alla maggior potenza del marchio, alle strategie di comunicazione più forti e risonanti.

Tipologie di Retail

La vendita al dettaglio viene suddivisa in tre macroaree, a seconda dei beni commercializzati. 

La prima, quella dei prodotti alimentari, si occupa della rivendita di prodotti necessari al sostentamento dei consumatori. La seconda, quella dei beni di consumo, comprende tutte quelle attività specializzate in prodotti riutilizzabili più e più volte, ma comunque soggetti a usura in un lasso di tempo stimato di circa tre anni. Il settore dei beni di consumo durevole, invece, include tutti i retailers che forniscono al consumatore prodotti soggetti a un deterioramento più lento, e riutilizzabili per più e più anni.

Nonostante il Retail si rivolga per natura solo a un preciso utente, ovvero al consumatore finale, al suo interno possono essere individuate diverse tipologie di attività in cui questo commercio si declina.

1) Attività in sede fissa: sono i piccoli negozi di quartiere, che si trovano abitualmente lungo le strade, nelle piazze o nei centri commerciali.

2) Supermercati: sono i punti vendita di vaste dimensioni, solitamente superiori ai 200m2, con ampio assortimento di diverse tipologie di merce, dagli alimentari alla tecnologia, ai prodotti per la cura della persona e degli animali domestici, con in gestione catene commerciali appartenenti a un medesimo marchio.

3) Discount: con questo termine si indicano rivenditori di generi e alimentari e non solo, che offrono prodotti cosiddetti “generici”, i cui prezzi sono nettamente inferiori rispetto a quelli di brand leader nei dati settori.

4) Temporary Shops: si tratta di negozi temporanei, come si evince dal nome, aperti direttamente dal produttore per promuovere uno specifico prodotto o per rafforzare la propria visibilità sul mercato.

5) Distributori automatici: le cosiddette “vending machines” che da diversi anni costellano le nostre città. Rivendono solitamente alimentari e bibite, ma non solo.

6) Internet retail: a partire dagli esordi a metà degli anni ’90, gli e-commerce si sono affermati sempre di più sino a diventare oggigiorno uno dei principali strumenti commerciali di riferimento sia per il retailer, che per il consumatore finale.

7) Mobile retail: con l’affermazione degli smartphone, nell’ultimo decennio è sorta una nuova tipologia di retail, che si appoggia unicamente alle app per cellulari. 

Si tratta di un canale commerciale immediato, grazie al quale l’utente può fare acquisti tramite app senza dover fare riferimento a nessun sito web specifico.

Evoluzione del Retail

La realtà della vendita al dettaglio si è evoluta e continua a evolversi di pari passo con la società. Affonda le proprie radici in tempi antichissimi, tanto che i primi esempi di “Retail” possono essere individuati nel baratto, la primissima forma di commercio stabilita dall’uomo.

Facendo un passo in avanti all’età moderna, è nel 1700 che si inizia a definire la dimensione di Retail di cui quella attuale è la diretta discendente. La vendita al dettaglio al cliente, per circa due secoli, si è svolta infatti tramite piccole botteghe a conduzione familiare, fornite di tutti i beni di prima necessità, dagli alimentari ai tessili, all’oggettistica.

È nella seconda metà dell’800 che la storia cambia: nelle grandi città sorgono i cosiddetti “grandi magazzini”, i predecessori della GDO odierna, che arrivano all’apice della loro espansione e del loro impatto socio-economico circa un secolo dopo, negli anni 50 del ‘900 quando iniziano a costellare non solo i centri urbani, ma intere nazioni occidentali.

La terza significativa svolta nel mondo del Retail viene segnata negli anni ’90 dalla nascita degli e-commerce. Quella che a primo impatto poteva sembrare semplicemente “un’aggiunta” alle dinamiche commerciali già esistenti, si è ben presto rivelata solo la semente portatrice di un potenziale straordinario e fuori da qualsiasi previsione.

L’internet retail, se al principio fu soltanto un “privilegio” dei pochi al passo con la tecnologia in continuo e rapido avanzamento, diventa entro il primo decennio del terzo millennio, uno strumento affermato e capace di spodestare l’idea convenzionale di vendita al dettaglio tramite store fisici e risorse umane.

Con l’avvento degli smartphone e dei social media come potente strumento di comunicazione, è oggi più che mai fondamentale per il commerciante poter contare su infrastrutture tecnologiche evolute.

Il rischio di obsolescenza aumenta progressivamente e pericolosamente: è quindi necessario accettare questa rivoluzione ormai in atto e prenderne parte senza venirne travolti.

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